Piante Tappezzanti e Calpestabili Che Trasformano il Giardino
Ecco le piante che riescono a proliferare negli interstizi in giardino e che sono un'alternativa al classico prato
Chi ama il giardino selvatico dove la forza della Natura sia costantemente visibile, solitamente preferisce avere un lastricato irregolare, tra le cui piastrelle si possano infilare delle piante. Da questa piccola mania è sorta una vera categoria di piante, cioè quelle “calpestabili”, striscianti o tappezzanti.
Escludendo le graminacee da prato, che sono comunque una buona soluzione che non va scartata a priori, e che possono essere usate in combinazione con le piante sotto elencate, ce ne sono alcune che sono più raccomandabili per il “buon carattere”, l’ampio range di condizioni di coltivazione, i profumi sprigionati se calpestate.
Non fate l’errore di inserire piante troppo alte, anche le comuni decombenti, a volte, possono essere molto alte o non avere la resistenza giusta al calpestio o al passaggio dell’auto. Le piante per i giardini rocciosi sono invece decisamente alte, ma rimangono egualmente utilissime ai bordi del selciato. Per questo è sempre meglio seguire i consigli di un professionista che potrà creare un ambiente destinato a durare.
In un Ideabook a parte vi parlo invece delle piante adatte alle fughe della pavimentazione esterna.
Escludendo le graminacee da prato, che sono comunque una buona soluzione che non va scartata a priori, e che possono essere usate in combinazione con le piante sotto elencate, ce ne sono alcune che sono più raccomandabili per il “buon carattere”, l’ampio range di condizioni di coltivazione, i profumi sprigionati se calpestate.
Non fate l’errore di inserire piante troppo alte, anche le comuni decombenti, a volte, possono essere molto alte o non avere la resistenza giusta al calpestio o al passaggio dell’auto. Le piante per i giardini rocciosi sono invece decisamente alte, ma rimangono egualmente utilissime ai bordi del selciato. Per questo è sempre meglio seguire i consigli di un professionista che potrà creare un ambiente destinato a durare.
In un Ideabook a parte vi parlo invece delle piante adatte alle fughe della pavimentazione esterna.
Lastroni di pietra nel giardino mediterraneo
Il metodo più semplice per piastrellare un sentiero è quello di disporre dei lastroni di pietra su un letto di ghiaia. Premesso che l’operazione deve essere fatta con delle accortezze per evitare scivolamenti e crescita di malerbe, è proprio la semplicità di esecuzione e l’uso di materiali il più possibile in linea con il paesaggio circostante a conferire ai giardini mediterranei quell’aura “senza tempo” che li caratterizza.
Più i piastrelloni sono grezzi e sbozzati, più difficile sarà accostarli senza lasciare spazi irregolari tra l’uno e l’altro. In modo più o meno casuale, qualche piantina arriverà ad insediarsi nel selciato e altre possono esservi inserite deliberatamente. Usate le specie più basse che riuscite a trovare, e acquistate sempre esemplari giovani in vasi piccoli.
Nel giardino mediterraneo, a richiesta idrica contenuta e portamento strisciante sono consigliabili: Alyssum repens dai fiori giallo elettrico e fogliame grigiastro (anche la Lobularia comune va bene, ma desidera irrigazioni quotidiane). Antirrhinum hispanicum, Arabis caucasica, Carpobrotus edulis e Carpobrotus acinaciformis, Delosperma, Aubrieta, Aptenia cordifolia (non sopporta molto il calpestio per via delle foglie succulente), Linaria vulgaris, Cotula (bellissima pianta miniatura dal fogliame argenteo e i fiori gialli di forma globosa). Alcune cultivar di Dianthus caesius sono molto basse (‘Badenia’, ‘DDR Pink’, ‘Pinkes Pink’, ‘Pink Jewel’), Iberis sempervirens, Veronica pectinata, Veronica whitleyi (due autentici gioielli!).
Il metodo più semplice per piastrellare un sentiero è quello di disporre dei lastroni di pietra su un letto di ghiaia. Premesso che l’operazione deve essere fatta con delle accortezze per evitare scivolamenti e crescita di malerbe, è proprio la semplicità di esecuzione e l’uso di materiali il più possibile in linea con il paesaggio circostante a conferire ai giardini mediterranei quell’aura “senza tempo” che li caratterizza.
Più i piastrelloni sono grezzi e sbozzati, più difficile sarà accostarli senza lasciare spazi irregolari tra l’uno e l’altro. In modo più o meno casuale, qualche piantina arriverà ad insediarsi nel selciato e altre possono esservi inserite deliberatamente. Usate le specie più basse che riuscite a trovare, e acquistate sempre esemplari giovani in vasi piccoli.
Nel giardino mediterraneo, a richiesta idrica contenuta e portamento strisciante sono consigliabili: Alyssum repens dai fiori giallo elettrico e fogliame grigiastro (anche la Lobularia comune va bene, ma desidera irrigazioni quotidiane). Antirrhinum hispanicum, Arabis caucasica, Carpobrotus edulis e Carpobrotus acinaciformis, Delosperma, Aubrieta, Aptenia cordifolia (non sopporta molto il calpestio per via delle foglie succulente), Linaria vulgaris, Cotula (bellissima pianta miniatura dal fogliame argenteo e i fiori gialli di forma globosa). Alcune cultivar di Dianthus caesius sono molto basse (‘Badenia’, ‘DDR Pink’, ‘Pinkes Pink’, ‘Pink Jewel’), Iberis sempervirens, Veronica pectinata, Veronica whitleyi (due autentici gioielli!).
Thymus serpyllum ‘Elfin’ e origano
Tra le piante striscianti, il timo serpillo (Thymus serpyllum) è quello che anche un neofita saprà indicare. Non a torto, poiché le qualità di questa pianta sono infinite, a partire dalla tolleranza a scarse irrigazioni, a terreno povero, compatto o sciolto. Ciò che il timo non sopporta sono un’eccessiva umidità e l’ombra, dove stenterebbe, vivacchiando, ma senza dare fioriture abbondanti.
La cultivar qui raffigurata ha un portamento molto compatto e forma come dei piccoli cuscini, con un effetto assai gradevole.
Da menzionare le varietà ‘Albus’, ‘Annie Hall’, ‘Atropurpurea’, ‘Minor’, ‘Rainbow’. Non trascurate altre specie, come il Th. herba-barona.
Vicina per utilizzo non solo giardinesco ma anche culinario, è l’origano (Origanum), che però gradisce sole pieno e irrigazioni sostanziose laddove l’estate sia arida. Difatti l’origano da cucina migliore proviene sempre dalle zone collinari vicino a corsi d’acqua semipermanenti.
Tra le piante striscianti, il timo serpillo (Thymus serpyllum) è quello che anche un neofita saprà indicare. Non a torto, poiché le qualità di questa pianta sono infinite, a partire dalla tolleranza a scarse irrigazioni, a terreno povero, compatto o sciolto. Ciò che il timo non sopporta sono un’eccessiva umidità e l’ombra, dove stenterebbe, vivacchiando, ma senza dare fioriture abbondanti.
La cultivar qui raffigurata ha un portamento molto compatto e forma come dei piccoli cuscini, con un effetto assai gradevole.
Da menzionare le varietà ‘Albus’, ‘Annie Hall’, ‘Atropurpurea’, ‘Minor’, ‘Rainbow’. Non trascurate altre specie, come il Th. herba-barona.
Vicina per utilizzo non solo giardinesco ma anche culinario, è l’origano (Origanum), che però gradisce sole pieno e irrigazioni sostanziose laddove l’estate sia arida. Difatti l’origano da cucina migliore proviene sempre dalle zone collinari vicino a corsi d’acqua semipermanenti.
Prato di camomilla per climi freschi
Per chi vive in zone con buona piovosità e acqua anche in estate, non c’è niente di più “inglese” di un prato tappezzato di camomilla.
In Inghilterra si usa tosare anche quello, per mantenerlo basso, ma in Italia potrà essere tosato solo una volta l’anno, a fine fioritura o in autunno, e lasciato crescere un po’ morbidamente, come una specie di onda verde sul terreno. Se non volete i fiori, dovrete tosarlo almeno due volte l’anno.
Il prato di camomilla è bellissimo, morbido e profumato, ma non resiste molto bene al calpestio, specie nei primi anni d’impianto. Perciò utilizzare la camomilla per invadere delicatamente i lastroni di un selciato, è un compromesso più che accettabile.
Un accorgimento: i lastroni devono essere davvero grandi, altrimenti la camomilla, che è piuttosto invadente, tenderà a coprire blocchi di pezzatura piccola.
In genere la specie usata è la Matricaria caucasica.
In zone piuttosto fredde potete usare l’Anaphalis alpicola, dal fogliame grigio e vellutato e altezza che non va oltre i 15 cm. Anche l’Antennaria dioica è un’ottima pianta da selciato in zone fredde (è originaria delle zone alpine). In generale le sassifraghe sono piuttosto adatte a infilarsi negli interstizi della pavimentazione, ma sempre in zone fredde e senza ristagno d’acqua.
L’Hepatica nobilis triloba forma dei densi cuscini che producono fiori azzurri.
La Saponaria x olivana è una vera pianta alpina (fresco in estate e mai ristagno) ma è una vera bomboniera.
Per chi vive in zone con buona piovosità e acqua anche in estate, non c’è niente di più “inglese” di un prato tappezzato di camomilla.
In Inghilterra si usa tosare anche quello, per mantenerlo basso, ma in Italia potrà essere tosato solo una volta l’anno, a fine fioritura o in autunno, e lasciato crescere un po’ morbidamente, come una specie di onda verde sul terreno. Se non volete i fiori, dovrete tosarlo almeno due volte l’anno.
Il prato di camomilla è bellissimo, morbido e profumato, ma non resiste molto bene al calpestio, specie nei primi anni d’impianto. Perciò utilizzare la camomilla per invadere delicatamente i lastroni di un selciato, è un compromesso più che accettabile.
Un accorgimento: i lastroni devono essere davvero grandi, altrimenti la camomilla, che è piuttosto invadente, tenderà a coprire blocchi di pezzatura piccola.
In genere la specie usata è la Matricaria caucasica.
In zone piuttosto fredde potete usare l’Anaphalis alpicola, dal fogliame grigio e vellutato e altezza che non va oltre i 15 cm. Anche l’Antennaria dioica è un’ottima pianta da selciato in zone fredde (è originaria delle zone alpine). In generale le sassifraghe sono piuttosto adatte a infilarsi negli interstizi della pavimentazione, ma sempre in zone fredde e senza ristagno d’acqua.
L’Hepatica nobilis triloba forma dei densi cuscini che producono fiori azzurri.
La Saponaria x olivana è una vera pianta alpina (fresco in estate e mai ristagno) ma è una vera bomboniera.
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Dichondra repens e Dichondra argentea ‘Silver Falls’
Molti pensano alla Dichondra come alla soluzione al fastidio della falciatura. È sgradevole intercettare conversazioni in cui si sente descrivere una pianta per i vantaggi pratici, che pure non sono da poco. Ma la Dichondra è – oltre che un valido sostituto per le graminacee da prato – una bellissima erbetta che si riproduce facilmente da sé, camminando tra le pietre, senza però essere invadente (anzi, spesso necessita di un po’ di incoraggiamento e va riseminata). Ciò consente di creare molti giochi di alternanze tra pietre e verde. Inoltre il fiore è molto delicato e fiabesco.
La Dichondra argentea ‘Silver Falls’ è invece spesso usata per le composizioni in vaso, dai quali ricade proprio come una cascata d’acqua. Provate a cambiare destinazione e sistemarne qualcuna ai bordi del selciato, inframmezzando qualche croco a fiore rosa. Il risultato vi sorprenderà.
Molti pensano alla Dichondra come alla soluzione al fastidio della falciatura. È sgradevole intercettare conversazioni in cui si sente descrivere una pianta per i vantaggi pratici, che pure non sono da poco. Ma la Dichondra è – oltre che un valido sostituto per le graminacee da prato – una bellissima erbetta che si riproduce facilmente da sé, camminando tra le pietre, senza però essere invadente (anzi, spesso necessita di un po’ di incoraggiamento e va riseminata). Ciò consente di creare molti giochi di alternanze tra pietre e verde. Inoltre il fiore è molto delicato e fiabesco.
La Dichondra argentea ‘Silver Falls’ è invece spesso usata per le composizioni in vaso, dai quali ricade proprio come una cascata d’acqua. Provate a cambiare destinazione e sistemarne qualcuna ai bordi del selciato, inframmezzando qualche croco a fiore rosa. Il risultato vi sorprenderà.
Veronica liwanensis
La foto non rende giustizia a questa piccola Veronica, una parente piuttosto stretta della comune veronica spontanea dei nostrani prati primaverili.
Tra le piccole veroniche (la V. pectinata, Veronica whitleyi, già nominate), questa in particolare è usata per creare dei disegni alternandola a pietre di taglio geometric e colore bianco: l’effetto è stupefacente anche se un po’ in stile anni Ottanta.
Senza ricercare “lo stile” a tutti i costi, è una di quelle piante striscianti tipiche delle zone aride, ma montane. Quindi le difficoltà di coltivazione per noi raddoppiano, poiché anche al Nord le estati non sono molto fresche.
Le condizioni ideali sono esposizione assolata, terreno sciolto con un buon contenuto di minerali ma scarso di sostanza organica, pioggia in inverno ed estati asciutte ma fresche.
Bonne chance!
La foto non rende giustizia a questa piccola Veronica, una parente piuttosto stretta della comune veronica spontanea dei nostrani prati primaverili.
Tra le piccole veroniche (la V. pectinata, Veronica whitleyi, già nominate), questa in particolare è usata per creare dei disegni alternandola a pietre di taglio geometric e colore bianco: l’effetto è stupefacente anche se un po’ in stile anni Ottanta.
Senza ricercare “lo stile” a tutti i costi, è una di quelle piante striscianti tipiche delle zone aride, ma montane. Quindi le difficoltà di coltivazione per noi raddoppiano, poiché anche al Nord le estati non sono molto fresche.
Le condizioni ideali sono esposizione assolata, terreno sciolto con un buon contenuto di minerali ma scarso di sostanza organica, pioggia in inverno ed estati asciutte ma fresche.
Bonne chance!
All’ombra quasi completa
Questo corridoio buio e desolato è stato rinverdito dalla Soleirolia soleirolii, detta anche Helxine solereirolii, una tappezzante invadente che si insedia in luoghi umidi e ombrosi.
In casi analoghi, rammentate le edere tappezzanti, che nei primi anni sono lente, ma poi riescono a coprire spazi estesi. Alcune cultivar interessanti, che rimangono striscianti se prive di supporto: ‘Deltoidea’, ‘Shamrock’, ‘Grumpfell’, ‘Spetchley’, ‘Sylvanian’.
Anche l’Aegopodium podagraria si accontenta di una luce minima, specie la varietà a foglia verde.
La Meehania è più una tappezzante da mezz’ombra, anche se tollera il sole pieno in ragione di una maggiore irrigazione, ma tollera anche l’ombra piena.
Questo corridoio buio e desolato è stato rinverdito dalla Soleirolia soleirolii, detta anche Helxine solereirolii, una tappezzante invadente che si insedia in luoghi umidi e ombrosi.
In casi analoghi, rammentate le edere tappezzanti, che nei primi anni sono lente, ma poi riescono a coprire spazi estesi. Alcune cultivar interessanti, che rimangono striscianti se prive di supporto: ‘Deltoidea’, ‘Shamrock’, ‘Grumpfell’, ‘Spetchley’, ‘Sylvanian’.
Anche l’Aegopodium podagraria si accontenta di una luce minima, specie la varietà a foglia verde.
La Meehania è più una tappezzante da mezz’ombra, anche se tollera il sole pieno in ragione di una maggiore irrigazione, ma tollera anche l’ombra piena.
Ombra umida
L’Ajuga reptans è forse la pianta strisciante a taglia bassissima più nota e coltivata. Ne esistono numerose cultivar, a foglia verde, bronzea, variegata di rosa e bianco, a fiore blu, azzurro o rosa. Nota è anche la Lisymachia nummularia, di cui è molto coltivata la varietà a foglia gialla ‘Aurea’. Mescolando entrambe le varietà si ottiene un tappeto di colori sfumati.
L’Asarum è un’ottima tappezzante per luoghi ombrosi e umidi, così come la Duchesnea, dal fogliame simile alle fragole. In effetti non scartate le fragole (Fragraria) come pianta tappezzante, anche se non vi interessano i frutti.
L’Hydrocotyle sibthorpioides è molto conosciuta a chi compone i giardini miniatura acquatici (wabikusa) o a chi possiede un acquario piccolo: si adatta a zone umide o periodicamente soggette a inondazioni. Simile è il Mazus reptans, amante dei luoghi umidi ma non stagnanti.
Bellissima è la Mentha requienii (M.corsica), una menta alta appena pochi centimetri, tipica delle zone umide e dei rilievi della Corsica.
Bello e impossibile è il Parrochetus communis: immaginate un pisello odoroso azzurro spuntare fuori da un tappetino di trifoglio. Purtroppo è di difficile coltivazione in Italia, poiché ama climi molto freschi, essendo originario dei rilievi asiatici, e una certa umidità. Ma se il vostro clima è decisamente montano, non mancate di provarlo!
La Waldstenia ternata ha una copiosa fioritura gialla ed è adatta per il sottobosco.
L’Ajuga reptans è forse la pianta strisciante a taglia bassissima più nota e coltivata. Ne esistono numerose cultivar, a foglia verde, bronzea, variegata di rosa e bianco, a fiore blu, azzurro o rosa. Nota è anche la Lisymachia nummularia, di cui è molto coltivata la varietà a foglia gialla ‘Aurea’. Mescolando entrambe le varietà si ottiene un tappeto di colori sfumati.
L’Asarum è un’ottima tappezzante per luoghi ombrosi e umidi, così come la Duchesnea, dal fogliame simile alle fragole. In effetti non scartate le fragole (Fragraria) come pianta tappezzante, anche se non vi interessano i frutti.
L’Hydrocotyle sibthorpioides è molto conosciuta a chi compone i giardini miniatura acquatici (wabikusa) o a chi possiede un acquario piccolo: si adatta a zone umide o periodicamente soggette a inondazioni. Simile è il Mazus reptans, amante dei luoghi umidi ma non stagnanti.
Bellissima è la Mentha requienii (M.corsica), una menta alta appena pochi centimetri, tipica delle zone umide e dei rilievi della Corsica.
Bello e impossibile è il Parrochetus communis: immaginate un pisello odoroso azzurro spuntare fuori da un tappetino di trifoglio. Purtroppo è di difficile coltivazione in Italia, poiché ama climi molto freschi, essendo originario dei rilievi asiatici, e una certa umidità. Ma se il vostro clima è decisamente montano, non mancate di provarlo!
La Waldstenia ternata ha una copiosa fioritura gialla ed è adatta per il sottobosco.
Sagina subulata e S. s. ‘Aurea’ in ombra asciutta
Sono due classici tra le tappezzanti. Con la sagina si possono ricoprire anche estensioni di una certa entità, con uno sfalcio annuale. Ne esiste una varietà a fogliame dorato: ‘Aurea’, che può essere usata in combinazione per creare disegni o sfumature.
Altre piante adatte all’ombra asciutta: Acaena inermis, dal fine fogliame rossiccio-porporino, originaria della Nuova Zelanda, quindi con le stagioni “invertite” (non tollera troppa acqua in inverno). Cymbalaria muralis, che resiste anche con poca acqua e compare spesso sui muretti delle nostre città.
Aegopodium podagraria ‘Variegatum’, davvero invadente. L’Erodium reichardi è una pianta che sta avendo molto successo proprio per via della sua taglia minuta. Bellissima anche in un giardino tascabile. Altrettanto minuta e delicatissima nell’aspetto è la Houstonia caerulea, adatta a vivere in praterie aperte o in composizioni miniatura, o come pianta da compagnia.
Glechoma hederacea (nota come “edera terrestre"), Prunella vulgaris (un basso ciuffo di foglie che porta uno scapo alto fino a 20 cm), Gypsphila cerastioides (una parente della “nebbiolina” ma dalle dimensioni molto più contenute), l’Anemone blanda che ha un fogliame finemente palmato e minuscoli fiori. Tutte le Oxalis sono molto belle, ma la O. triangularis e la O. t. atropurpurea sono veramente superlative.
Sono due classici tra le tappezzanti. Con la sagina si possono ricoprire anche estensioni di una certa entità, con uno sfalcio annuale. Ne esiste una varietà a fogliame dorato: ‘Aurea’, che può essere usata in combinazione per creare disegni o sfumature.
Altre piante adatte all’ombra asciutta: Acaena inermis, dal fine fogliame rossiccio-porporino, originaria della Nuova Zelanda, quindi con le stagioni “invertite” (non tollera troppa acqua in inverno). Cymbalaria muralis, che resiste anche con poca acqua e compare spesso sui muretti delle nostre città.
Aegopodium podagraria ‘Variegatum’, davvero invadente. L’Erodium reichardi è una pianta che sta avendo molto successo proprio per via della sua taglia minuta. Bellissima anche in un giardino tascabile. Altrettanto minuta e delicatissima nell’aspetto è la Houstonia caerulea, adatta a vivere in praterie aperte o in composizioni miniatura, o come pianta da compagnia.
Glechoma hederacea (nota come “edera terrestre"), Prunella vulgaris (un basso ciuffo di foglie che porta uno scapo alto fino a 20 cm), Gypsphila cerastioides (una parente della “nebbiolina” ma dalle dimensioni molto più contenute), l’Anemone blanda che ha un fogliame finemente palmato e minuscoli fiori. Tutte le Oxalis sono molto belle, ma la O. triangularis e la O. t. atropurpurea sono veramente superlative.
Degne di menzione
Altre piante da prendere in considerazione sono Heterocentron elegans (in foto) e Herniaria glabra, tipica tappezzante dal fogliame lucido ma di colore tendente al glauco, con curiosi grappoli di infiorescenze. È molto vigorosa anche se bassissima, ottima tra i lastricati e anche per insoliti giardini rocciosi o composizioni in vaso.
Da non dimenticare i ginepri striscianti, che tollerano il calpestio, una volta ben insediati, ma che non sono proprio aderenti al suolo.
La Pratia pedunculata, dopo un periodo di grande diffusione, sta scendendo un po’ nel favore dei giardinieri per via della sua incontrollabile invadenza (che ad alcuni fa comodo, ma pensate anche ai vostri vicini e all’ambiente circostante). Potrebbe essere una scelta scontata, ma se optate per questa pianta, usate ogni cautela perché non si trasferisca dove non dovrebbe (ad esempio rive erbose di torrenti e ruscelli).
La Phyla nodiflora, che ha diversi sinonimi, è notissima e apprezzata per la taglia minuta unita alla capacità di tappezzare anche vaste estensioni. Nei selciati tende ad essere invadente.
Pachysandra terminalis (attorno ai 20 cm).
Paronychia kapela, bella e notissima pianta tappezzante che cresce quasi aggrappandosi alle pietre. da coltivare solo in zone montane, alla luce piena con umidità solo estiva.
Moltissimi Sedum sono adatti a crescere tra i piastrelloni del selciato (S. album, brevifolium, lineare, lydium, S. spurium ‘Woodoo’ e molti altri).
Altre piante da prendere in considerazione sono Heterocentron elegans (in foto) e Herniaria glabra, tipica tappezzante dal fogliame lucido ma di colore tendente al glauco, con curiosi grappoli di infiorescenze. È molto vigorosa anche se bassissima, ottima tra i lastricati e anche per insoliti giardini rocciosi o composizioni in vaso.
Da non dimenticare i ginepri striscianti, che tollerano il calpestio, una volta ben insediati, ma che non sono proprio aderenti al suolo.
La Pratia pedunculata, dopo un periodo di grande diffusione, sta scendendo un po’ nel favore dei giardinieri per via della sua incontrollabile invadenza (che ad alcuni fa comodo, ma pensate anche ai vostri vicini e all’ambiente circostante). Potrebbe essere una scelta scontata, ma se optate per questa pianta, usate ogni cautela perché non si trasferisca dove non dovrebbe (ad esempio rive erbose di torrenti e ruscelli).
La Phyla nodiflora, che ha diversi sinonimi, è notissima e apprezzata per la taglia minuta unita alla capacità di tappezzare anche vaste estensioni. Nei selciati tende ad essere invadente.
Pachysandra terminalis (attorno ai 20 cm).
Paronychia kapela, bella e notissima pianta tappezzante che cresce quasi aggrappandosi alle pietre. da coltivare solo in zone montane, alla luce piena con umidità solo estiva.
Moltissimi Sedum sono adatti a crescere tra i piastrelloni del selciato (S. album, brevifolium, lineare, lydium, S. spurium ‘Woodoo’ e molti altri).
Campanule striscianti
Tra le campanule più basse ci sono le specie: carpatica (che conta numerose cultivar a fiori più o meno scuri), la bellissima C. garganica a fiore blu intenso, gioiello del paesaggio pugliese, C. muralis, sin. C. portenschlagiana (anche questa con molte varietà) e la C. poscharskiana.
Altre piante con simili necessità (sole pieno o parziale, terreno moderatamente umido ma non zuppo) sono il Chaenorhinum origanifolium, la cui cultivar più comune è la ‘Blue Dream’.
Il Cyananthus microphyllus, originario dell’Himalaya, quindi necessita estati fresche, ma vale la pena provare, specie se vivete al Nord.
Tra le campanule più basse ci sono le specie: carpatica (che conta numerose cultivar a fiori più o meno scuri), la bellissima C. garganica a fiore blu intenso, gioiello del paesaggio pugliese, C. muralis, sin. C. portenschlagiana (anche questa con molte varietà) e la C. poscharskiana.
Altre piante con simili necessità (sole pieno o parziale, terreno moderatamente umido ma non zuppo) sono il Chaenorhinum origanifolium, la cui cultivar più comune è la ‘Blue Dream’.
Il Cyananthus microphyllus, originario dell’Himalaya, quindi necessita estati fresche, ma vale la pena provare, specie se vivete al Nord.
Viola hederacea e altre violette
Spessissimo si sottovaluta la qualità delle violette come tappezzanti. Naturalmente ci si riferisce alle Viola odorata e cultivar, non alle pansè.
Alcune specie, come la Viola labradorica, dal minuto fogliame color porpora bronzo, formano dei densi tappeti laddove il terreno sia fresco e moderatamente umido.
La Viola hederacea è forse la più usata a questo scopo perché sopporta sia una posizione di ombra asciutta che luce piena (ma in questo caso ha bisogno di acqua).
Non fermatevi mai quando si tratta di violette, molto amate ai tempi dello zar Nicola e dell’imperatrice Giuseppina: le cultivar sono davvero infinite, e i colori fanno impazzire dalla golosità. Cercate in particolare tra le cosiddette viole di Parma. Usarle come tappezzante è una scelta un po’ aristocratica e di certo non economica (per i primi tempi occorre piantare numerosi esemplari anche in un solo metro quadro), ma di certo testimonia una certa filosofia nell’affrontare il giardinaggio.
Questo Ideabook è stato originariamente pubblicato il 30 agosto 2016 e poi aggiornato
E ora, a te la parola! Ti diletti nella coltivazione di piante striscianti e tappezzanti? Condividi la tua esperienza nei Commenti.
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Spessissimo si sottovaluta la qualità delle violette come tappezzanti. Naturalmente ci si riferisce alle Viola odorata e cultivar, non alle pansè.
Alcune specie, come la Viola labradorica, dal minuto fogliame color porpora bronzo, formano dei densi tappeti laddove il terreno sia fresco e moderatamente umido.
La Viola hederacea è forse la più usata a questo scopo perché sopporta sia una posizione di ombra asciutta che luce piena (ma in questo caso ha bisogno di acqua).
Non fermatevi mai quando si tratta di violette, molto amate ai tempi dello zar Nicola e dell’imperatrice Giuseppina: le cultivar sono davvero infinite, e i colori fanno impazzire dalla golosità. Cercate in particolare tra le cosiddette viole di Parma. Usarle come tappezzante è una scelta un po’ aristocratica e di certo non economica (per i primi tempi occorre piantare numerosi esemplari anche in un solo metro quadro), ma di certo testimonia una certa filosofia nell’affrontare il giardinaggio.
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Alcune sono così piccole e “carine” in esemplari isolati, da potersi usare in vasetti singoli come piante da compagnia o per la decorazione di davanzali. Le piante da compagnia sono un uso piuttosto recente in Italia, ma noto fin dall’antichità in Giappone, legato all’arte dei bonsai.
Si tratta di piante di taglia minuscola, destinate ad esaltare e accompagnare il bonsai. Si denominano, a seconda dell’uso kusamono o shitakusa. Naturalmente qui sono state prese in considerazione solo quelle coltivabili in Italia e a portamento strisciante.
Non fatevi scoraggiare dai nomi a volte un po’ strani, alla prima ricerca su Google vi innamorerete subito di tutte quante. Altre sono piante alpine, come le sassifraghe, il che vuol dire estati fresche e terreno in pendenza, per consentire alle piogge invernali di defluire velocemente.